venerdì 11 novembre 2016

Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll


«Adesso che sei diventata zia devi iniziare a leggere un po’ di narrativa per ragazzi». Non ha tutti i torti l’amica bibliotecaria nel ricordarmi che in quanto a libri per ragazzi sono una capra. Che leggono gli adolescenti oggi?I due nipotini acquisiti (dodicenni), che non hanno una particolare predisposizione per la lettura, vanno avanti a Diari di una Schiappa.
E gli altri? L’ultima arrivata ha un mese, è di una bellezza disarmante e io ho tutto il tempo per esplorare il meraviglioso mondo dei libri illustrati.
Intanto, riparto da un classico, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, che, detto tra noi, da piccola non mi aveva entusiasmato granché. Forse perché non mi era sembrato così avventuroso, una bambinata rispetto ai brividi dell’isola del tesoro. Ignoravo che ci fosse un’Alice vera e pensavo che Lewis Carroll fosse un signore amabile, che nella vita faceva l’illustratore e giocava a carte nel tempo libero, sorseggiando tè. Da adulta scopro che Lewis Carroll altri non era che Charles Lutwidge Dodgson, un professore di matematica abbastanza noioso (insegnava ad Oxford), appassionato di fotografia, soprattutto quando i soggetti erano bimbe (solo femmine), quasi completamente svestite, meglio ancora se povere, in modo da poterle corrompere con dolci e giochi.


Alice Liddell
Il balbuziente Dodgson – Carroll perse la testa per Alice Liddell e un po’ anche per le sorelline, figlie di uno dei decani di Oxford. Dodgson aveva una trentina di anni, Alice dieci, e tra una foto e l’altra, la fantasiosa mente del prof.di matematica partorì le avventure di Alice. Dodgson, che evidentemente aveva un curioso rapporto con la realtà, nell’estate del 1863 chiese la mano di Alice e la mamma della piccola gliene disse quattro, mettendo fine per sempre alle uscite in barca tra il matematico scrittore e le bimbe Liddell. Ma Lewis Carroll regalò ugualmente il manoscritto originale di quello che sarebbe diventato Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie alla vera Alice. Provò a chiederne la restituzione una ventina di anni dopo, con l’intento di pubblicarlo, ma la bella Alice fu irremovibile. E fu una saggia decisione che le tornò utile quando anziana, povera e sola, mise all’asta il manoscritto che le permise di vivere una serena vecchiaia.       

Sciocchezze, direte voi, alla fin fine abbiamo tutti i nostri difettucci. Non possiamo mica far tagliar la testa al primo matto che si inventa un Bianconiglio e un Ghignagatto in un posto in cui sono tutti matti? Ma poi, a ben rifletterci, esiste un posto che non sia pieno di matti? Comunque, per evitare spiacevoli sorprese, è meglio non curiosare nella biografia degli autori. Soprattutto se geniali.

Lewis Carroll, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie (Alice’s Adventures in Wonderland), trad. Bianca Tarozzi.

6 commenti:

  1. già anch'io quando ho scoperto di Alice e di Dodgson mi sono presa un "coccolone" ed io da piccola ero spaventatissima da Alice che ho abbandonato in preda al panico.

    alla piccolina più avanti regala Olga di Carta ;)

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  2. Oh, ma guarda un po' cosa si scopre leggendo questo post!
    PS meglio indirizzarsi su Roald Dahl, allora.

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    1. Mi sa che chiederò consiglio a te, all'Amanda e ad una Papera di nostra conoscenza...

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  3. Haha, no, è meglio non curiosare troppo! Io però sono una grande amante di Alice, di recente l'ho anche ascoltato nel podcast di "Ad alta voce" letto e tradotto da Aldo Busi (l'ho ascoltato mentre ero in palestra, così almeno mi distraevo un po').

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    1. Allora me lo vado a cercare anch'io! Sai che sono una grande amante dei podcast. Gragraziegrazie!

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