lunedì 19 giugno 2017

Se mi tornassi questa sera accanto, Carmen Pellegrino

Romanzo poetico sin dal titolo, che rievoca i primi versi della poesia di Alfonso Gatto, A mio padre. Lo prendi tra le mani, aspettandoti un rapporto controverso tra un padre e una figlia, e subito vieni spiazzato dalla dedica A mia madre, che per sempre cercherò negli occhi di tutte le donne del mondo.
Inizialmente la lettura scorre lenta, come le acque di un innocuo ruscello, stretto, poco profondo, buono per il panorama, le poesie e nient’altro. Per l’ennesima volta ti chiedi se non sia arrivato il momento di smetterla con questi gruppi di lettura che s’infervorano per un titolo, e tu ti ritrovi a leggere un libro, che forse non avresti mai acquistato, anziché andartene a correre. Una così bella serata…
Giosuè Pindari scrive lettere a Lulù, figlia ingrata, sparita da un giorno all’altro senza dare notizie. Sono lettere malinconiche che raccontano di una casa senza sorrisi, di ideali infranti, delle passioni che furono di Turati, Kuliscioff e Pertini. Curiosa tanta passione per un uomo come Giosuè, estremamente concreto, legato alla solidità della terra e al risparmio; risparmio in tutto, anche nelle parole e negli abbracci mai dati. 
Giosuè scrive e sembra parlare di un tempo lontano, un’epoca in cui le bambine hanno le regole una volta al mese e le tamponano con un fagotto di carta igienica; i genitori vietano le bevande del diavolo, diffuse dalle multinazionali e impongono spremute d’arancia; anni in cui una madre può ancora insegnare a rifugiarsi nella scrittura invisibile: basta intingere un pennello nel succo di limone e le parole ricompariranno solo avvicinando il foglio alla luce di una candela accesa.
Giosuè scrive e affida le sue lettere al fiume, certo del fatto che, ovunque sia, la figlia non potrà che riceverle prima di Natale. Giosuè scrive e nel perdere tempo scopre che a render viva la vita forse non sono le cose utili, la pianificazione, la disciplina. Osserva il passato e pensa che bel dono sarebbe quello di poter cancellare i ricordi e piantarne di nuovi.   
Giosuè racconta e tu ti immergi in un'epoca lontana. Potrebbe essere l’Italia del dopoguerra, invece è l’altro ieri; Lulù nasce nell’anno in cui qualche viaggiatore avrebbe iniziato a portar a casa, a mo’ di souvenir, pezzi del muro di Berlino. Non ti stupisce il fatto che Lulù sia andata via, ti stupisce che sia potuta rimanere per così tanto tempo in una casa in cui non le è stato permesso di essere bambina.

Non credi che nell’era in cui le persone non parlano più tra loro ma lasciano tracce on line di continuo, ci si possa ritrovare non su facebook bensì con un messaggio in una bottiglia. Avverti qualche nota stonata, eppure non puoi fare a meno di seguire fino alla fine, tra un corso d’acqua e l’altro, quella bambina che da grande avrebbe voluto aprire un’officina in cui poter aggiustare i pensieri rotti.

Carmen Pellegrino, Se mi tornassi questa sera accanto, Giunti Editore, 2017.

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento sarà visibile dopo l'approvazione.