Marilena
è arrivata in libreria, m’ha dato un bacio e un pacchetto. Mentre lo leggevo ho pensato che questo libro ti sarebbe piaciuto.
Non c’era nulla da festeggiare, Natale era ancora lontano, ma gli amici lettori
non cercano pretesti per regalare libri. Lo fanno e basta.
Ah
che bello!, l’ho detto non pensando al libro in sé, ma al gesto d'amicizia e all’idea di
leggere qualcosa pubblicato dalla giovane Black Coffee, casa editrice di cui conosco i fondatori ma di cui non avevo ancora
letto nulla.
Poi
c’è stata la fiera dell’editoria romana, la confusione, gli impegni già presi,
i gruppi di lettura. Qualche sera fa, stanca del caos natalizio, pensando di
avere tra le mani un racconto, inizio a leggere Il medico della nave.
Marilena beve. Queste frasette spezzate, questa storia di cui non si capisce
nulla. La tipa che non riesce a restar incinta è l’autrice? No che non può
piacermi. Metto da parte il libro e dormo.
È
arrivato il Natale, lo scambio dei doni, finalmente qualche giorno di ferie, il
silenzio post pranzinfamiglia. Riprendo Il medico della nave. Marilena non
beve; questi due piccoli testi non sono finzione, vedi? C’è scritto
non-fiction, è una specie di diario, come dovresti tornar a scriverlo tu, così
una volta per tutte metti su carta le tue paure. Ma io non penso di avere il
coraggio di Amy Fusselman. Uno per
scrivere certe cose deve esser forte, non deve preoccuparsi di ciò che penserà
il resto del mondo (che, per inciso, potrebbe pensare oddio! è successo anche a me).
In
questa sorta di memoir, Amy Fusselman si concentra su alcuni episodi importanti
della sua vita: il rapporto con il padre, il difficile rapporto con la maternità,
l’abuso sessuale subito da piccola. Ma il passato si mescola con il presente,
con la musica degli AC/DC e quella dei Beastie Boys, con la terapia craniosacrale
e con i racconti strampalati che solo i taxisti newyorchesi sanno regalare.
Mentre Amy Fusselman riflette sulla relazione esistente tra spazio e tempo, arriva
il Natale anche nella sua New York.
Gioia
è anche una parola profondamente legata alla festività del Natale, agli angeli
che scendono dal cielo per annunciare il miracolo della nascita di Cristo, la buona
novella. Per via dell’incredibile importanza di questa notizia, gli angeli
trasgrediscono, superano il confine che divide terra e cielo, il visibile dall’invisibile,
l’umano dal divino. Ma questa gioia, mi pare, non appartiene tanto a noi esseri
umani, quanto agli angeli. Colmi di gioia, infatti, son venuti a dirci che
dopotutto per noi c'è speranza, che dopotutto possiamo ancora aspirare a unirci
a loro.
È
un libro scritto con ironia, si entra nella testa di Amy, nella sua casa, si
gira insieme nelle strade di New York. È toccante senza scivolare nel patetico.
Ed è stato un incontro felice: se non me l’avesse regalato Marilena, difficilmente
ci sarei inciampata.
Amy Fusselman, Il medico della nave (The Pharmacist’s Mate)/ 8, traduzione di
Leonardo Taiuti, Edizioni Black Coffee, 2017.